Strategie di link building: le 10 strategie più utili per ottenere link di qualità
Il link building, ossia la costruzione di una rete di collegamenti in entrata al nostro sito, è uno dei fondamenti del SEO off-page. Una strategia di link building ben studiata, solida e duratura nel tempo può garantire un successo a lungo termine del nostro sito; al contrario, iniziative occasionali, sporadiche e poco sistematiche possono rivelarsi efficaci in breve tempo, salvo rivelarsi inutili o addirittura dannose in un periodo più ampio.
Di seguito trovate un breve elenco di alcune strategie di link building in ordine non casuale: le prime, infatti, sono quelle che, a mio parere e per esperienza, possono portare risultati eccezionali nel tempo. Il primo, fondamentale ingrediente che servirà sarà la pazienza: il lavoro del link builder è assai faticoso e non sempre gratificante e le SERP, spesso, necessitano solitamente di un paio di settimane (ma anche di più) per “digerire” la nostra strategia e portare frutti concreti.
Agli ultimi posti ho invece riservato un piazzamento per le tecniche che considero “di base“, sicuramente necessarie quando si parte da zero, ma meno efficaci e durature nel tempo.
1. Link baiting
Qual è il miglior modo per ottenere collegamenti spontanei, di qualità e in poco tempo? Pubblicare contenuto di qualità, informativo e che porti un contributo nuovo e originale ai lettori del sito. Articoli di riflessione (anche provocatori), top 10, infografiche entusiasmanti, ricerche sul campo, nuovi punti di vista…tutto fa brodo! Purtroppo, o per fortuna, la qualità richiede tempo e amore: se non amate ciò che scrivete, e se non sapete scriverlo come si deve, difficilmente costruirete esche per link spontanei.
Esempio di link baiting naturale e spontaneo è il blog di SEOmoz: l’altissima qualità degli articoli e dei contenuti genera discussioni, trackback e fermento sui social.
2. Guest post
Il guest post è la mia tecnica di link building preferita, perché perfettamente naturale e benefica per entrambi le parti in causa. Si tratta dell’evoluzione dell’article marketing e consiste nella redazione, per conto di altri blogger, portali o siti, di articoli a tema in cui inseriremo dei link ottimizzati e contestuali verso il nostro sito. Pur essendo una forma molto vantaggiosa e valida di link building, è ancora poco praticata ed è difficile trovare chi è disponibile a ospitare del contenuto scritto da terzi.
3. Sviluppo e pubblicazione widget, temi di WordPress, plugin
Se avete del genio creativo e un po’ di dimestichezza con il codice (o uno staff di sviluppatori a vostra disposizione) potete produrre righe di codice per l’utilizzo di terzi, con un link al vostro sito e anchor text ottimizzato. Widget, temi, plugin: qualsiasi cosa voi siate in grado di sviluppare, fatelo e promuovetelo attraverso i social, affinché si diffonda il più possibile.
4. Recensioni di post, blog o siti
Si tratta di una forma di collaborazione molto diffusa: io recensisco il tuo sito, il tuo blog, la tua app, il tuo prodotto…e tu in cambio ne parli nel tuo spazio in un articolo, inserendo un link contestuale. Questa tecnica di link building è tanto più valida e affidabile quando è genuina e quando il testo non si riduce a un mero comunicato stampa pubblicitario.
5. Organizzazione di concorsi, contest, giveaway
Niente di meglio di un contest per fidelizzare i propri lettori. Ovviamente, a patto che il contest sia reale e che sia messo in palio qualcosa che poi verrà garantito, sia un intervento sul blog o sulla fanpage di Facebook, sia un pacchetto di cosmetici, un cd o un libro. I pro? Chiedete un link dofollow con anchor ottimizzato sul blog di chi partecipa, magari in un post ad hoc. I contro? Chi non ha un blog o una pagina ne è escluso, inventatevi soluzioni alternative che siano creative e invoglino la partecipazione.
6. Collaborazioni editoriali
Le collaborazioni editoriali, che devono essere costruite principalmente su link contestuali e non su blogroll, banner o simili, coinvolgono siti e blog di aree tematiche simili o affini, ma non in diretta concorrenza sulle keyword comuni (o, perlomeno, non nella stessa pagina della SERP!). Un’idea: se siete poliglotti, perché non chiedere ai vostri omologhi stranieri una partnership?
7. Digital PR
Commentare altri blog, essere presenti sui social, costruirsi un nome e una reputazione: tutto questo aiuta a costruire link building naturale e spontaneo. Attenzione, però, a non oltrepassare il confine dello spam, o il risultato sarà esattamente l’opposto.
8. Iscrizione a gallery CSS
Le gallery CSS sono raccolte di risorse utili per i grafici e i web designer. Ospitano, divisi per aree tematiche, dei siti web ritenuti meritevoli dal punto di vista grafico. Lo svantaggio è che non sempre il nostro sito è all’altezza delle migliori gallery CSS, che, tra l’altro, spesso sono in lingua inglese. Inoltre, come nelle directory, non abbiamo il controllo sugli anchor text utilizzati (verrà utilizzato il nome del sito, presumibilmente il brand o il dominio).
9. Iscrizione a directory umane
Le directory sono una delle strategie di Information Retrieval che resistono dai primordi del web, perché ricalcano la struttura ad albero delle cartelle dei file system e, ancora prima, la tipica architettura dell’enciclopedia. Le directory che offrono davvero un contributo, anche se minimo, sono quelle che hanno dei quality rater che si occupano della selezione dei siti: è opportuno segnalare un sito a poche directory per volta, e a quelle che si ritengono più affidabili, più selettive e meno esposte allo spam. Un posto sulla directory per eccellenza, DMOZ, è tanto efficace sui ranking quanto difficile da ottenere.
10. Article Marketing, iscrizione ad aggregatori
L’article marketing, per molto tempo sinonimo di link building, è ora in fase calante dal punto di vista del fascino, sia per la diminuita efficacia (la pesante scure di Google Panda sul potentissimo HubPages made in USA ne è un esempio) che per il serio rischio di diffondere contenuto duplicato in Rete e quindi danneggiare l’autorità dei link contestuali. Piuttosto è possibile iscrivere il sito ad aggregatori che pubblichino un link all’articolo originale con un breve estratto o riassunto dello stesso.
Perché prediligo le prime tecniche rispetto alle ultime? Perché sono più vicine al link spontaneo e hanno un maggiore controllo sia sull’anchor text (e sull’attributo title, che troppi dimenticano in sede di link building) e perché passano una quantità di link juice maggiore, in quanto i nostri link non trovano ospitalità su spazi destinati a raccogliere altri collegamenti ipertestuali.
Più avanti tratterò una ad una queste strategie; per ora, accontentatevi di questa breve rassegna e commentate numerosi: qual è la vostra strategia di link building preferita?